C'è chi fa fatica a trovare un lavoro o una casa, ma si emoziona davanti a un rosario donato perché viene da Roma, dove ci sei tu

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di Gloria Mari
responsabile del Centro Nocetum

Caro papa Francesco, vorrei dirti quanto sono felici le persone che abitano in questa periferia speciale della grande città di poterti accogliere. Vorrei raccontarti la difficoltà di chi fa fatica a trovare un lavoro o una casa, ma si emoziona davanti a un rosario donato perché viene da Roma, dove ci sei tu. Come Rose e il suo piccolo bimbo, arrivati alcuni anni fa dall’Africa in cerca di un futuro migliore. O come Luigina che vive con suo figlio disabile di 40 anni nei grandi “casermoni bianchi” di via San Dionigi.

In questi luoghi a sud di Milano considerati ai margini – perché segnano il passaggio tra l’ambito urbano e quello rurale – abbiamo respirato la bellezza della creazione e la grazia dello Spirito Santo che ha continuato a soffiare nel corso dei secoli. L’hanno chiamata Valle dei Monaci per l’ora et labora di religiosi coraggiosi che insieme a laici capaci hanno bonificato queste terre circa 1000 anni fa. Paludi malsane sono diventate terreni fertili e produttivi per tutti. Caro papa Francesco vorrei dirti quanti sono anche oggi i milanesi impegnati ad accogliere i poveri, capaci di «riconoscere la forza salvifica delle loro esistenze». Spesso credenti uniti dalla speranza di veder presto realizzate le parole del nostro Arcivescovo: «Cade la barriera del particolarismo e si afferma l’universalità della salvezza, che è offerta a tutti, senza escludere nessuno».