Sappiamo bene che oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole

di Elio Savi
membro del Consiglio Pastorale Diocesano e presidente ReAgire a.p.s.

 

Sicuramente, ascoltando il racconto delle tentazioni di Gesù nel deserto a più di qualcuno è venuto in mente l’accostamento possibile tra il suo rifiuto ad utilizzare il proprio potere a vantaggio personale e ciò che Papa Francesco ci stimola a fare rifiutando la “cultura dello scarto” (EG 53).

 

Può far pensare l’accostamento tra gli irragionevoli “no” pronunciati da Gesù al diavolo, che in fondo gli proponeva di utilizzare un potere cui molti aspirano  in diverse situazioni della vita, e i “no” che pure a molti paiono del tutto irragionevoli che Papa Francesco ci invita ad opporre di fronte all’economia dell’esclusione (EG 54) e alla nuova idolatria del danaro (EG 55). I pilastri su cui basa una mentalità diffusa tesa al successo personale nella nostra ricca Milano.

 

Sappiamo bene che “oggi tutto entra nel gioco della competitività e della legge del più forte, dove il potente mangia il più debole” che è così  “escluso ed emarginato, senza lavoro, senza prospettive, senza vie d’uscita” (EG53). Una legge senza speranza ? No, se noi sapremo testimoniare quanto è positivamente irragionevole la nostra Fede.

 

“La parola solidarietà si è un po’ logorata e a volte la si interpreta male ma indica molto di più di qualche gesto sporadico di generosità. Richiede di creare una nuova mentalità che pensi in termini di comunità, di priorità della vita di tutti rispetto all’appropriazione dei beni da parte di alcuni.” (EG 188)