Non possiamo dimenticare che la maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo vivono una quotidiana precarietà... Bisogna lottare per vivere e, spesso, per vivere con poca dignità

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di Elio Savi
Presidente ReAgire a.p.s.
e membro del Consiglio Pastorale Diocesano

 

La città che abitiamo non è solo una realtà urbanistica: è anche il luogo delle nostre relazioni di vita, quindi il luogo in cui testimoniare la nostra fede affrontando le sfide cui ci richiama spesso Papa Francesco. Lo farà certo ancora una volta venendo nella “ricca” Milano, dove pure vale il monito “Non possiamo tuttavia dimenticare che la maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo vivono una quotidiana precarietà… Bisogna lottare per vivere e, spesso, per vivere con poca dignità” (EG 52).

 

Basta assumere il punto di vista di costoro, condividerne l’esperienza accompagnandoli, per renderci conto di una realtà sociale ben più fragile di quanto appaia.

 

Nell’affrontare queste sfide siamo parte di un popolo ben più numeroso, che va oltre i confini della nostra principale ricchezza: la fede. È stato ancora Francesco a ricordarcelo sollecitandoci a testimoniare i tratti distintivi dell’umanesimo cristiano (umiltà, disinteresse, beatitudine…) nel favorire l’inclusione sociale dei poveri (ascolto, condivisione, impegno sociale… non solo assistenza) dialogando con tutti per il bene comune: “Ricordatevi inoltre che il modo migliore per dialogare non è quello di parlare e discutere, ma quello di fare qualcosa insieme, di costruire insieme, di fare progetti: non da soli, tra cattolici, ma insieme a tutti coloro che hanno buona volontà”.

 

Condividiamo la “nostra” ricchezza con le altre ricchezze della città! Milano avrà le energie per diventare una città inclusiva.