Se la accogliamo, Milano non sarà più la stessa, noi non saremo più gli stessi

di Marta Scorsetti
membro del Coordinamento diocesano Associazioni Movimenti e Gruppi

 

Pensate alla sorpresa che Zaccheo deve aver avuto quando si è sentito dire da Gesù: “Scendi oggi voglio venire a casa tua!”. Non è forse questo quello che tutti attendiamo? Anche inconsapevolmente, attendiamo un incontro, una persona che possa essere per noi un aiuto sicuro nelle difficoltà e segno concreto di speranza, nonostante i nostri limiti.

 

Papa Francesco è questo uomo che accoglie e porta speranza, è l’uomo che di fronte alla crisi dei migranti è andato a Lesbo e ne ha portati 12 con sé. Nella conferenza stampa del viaggio di ritorno, quando gli domandarono perché fosse andato per sole 12 persone, lui rispose citando una domanda analoga che un giornalista aveva rivolto a Madre Teresa: “Tanto sforzo, tanto lavoro, solo per aiutare la gente a morire? Quello che lei fa non serve! È tanto grande il mare!”. E lei aveva risposto: “È una goccia d’acqua nel mare, ma dopo questa goccia il mare non sarà lo stesso!”. E così fa eco il Papa: “È un piccolo gesto. Ma di quei piccoli gesti che dobbiamo fare tutti per tendere la mano a chi ha bisogno”.

 

Ecco, sono questi piccoli gesti che cambiano la vita e rendono bello il mondo. Il male e la sofferenza non sono tolti, ma accompagnati e vissuti in una luce nuova: quella di Cristo che ama e perdona.

 

Milano non sarà più la stessa, noi non saremo più gli stessi se accoglieremo questa “goccia”, se ci lasceremo amare e cambiare da Lui, allora anche noi potremo iniziare ad amare, a tendere la nostra mano e ad aprirci al mondo.