I giorni che accompagnano l’arrivo di Francesco diffondano il “profumo del Vangelo” che "invita prima di tutto a rispondere al Dio che ci ama e che ci salva"
di Alberto Galotta
giornalista e membro del Consiglio Pastorale Diocesano
Per la Chiesa ambrosiana, la visita di papa Francesco è un kairòs, un tempo buono per lasciarsi scompigliare dal vento dello Spirito, per respirare e vivere con freschezza l’essere popolo di Dio.
Si alza un vento di festa che soffia la gioia del Vangelo: la novità della Buona Notizia che dà senso pieno alla vita di chi incontra Gesù.
A questo richiama la parola di Francesco in Evangelii Gaudium, offrendo un orizzonte che consola e suscita nuove vie.
È riscoprire l’essere popolo in cammino verso Dio. Invito a scorgere il valore dei passi di ogni battezzato, a non avere timore di cambiare andatura per ritrovarsi insieme comunità vera, di abbandonare carichi che soffocano la fraternità, di portare con creatività la misericordia del Padre.
È allargare lo sguardo alla città in cui si vive. Stimolo ad affinare i sensi per cogliere il buono che c’è in ogni ambiente della vita, a portare il Vangelo – da persona a persona – nelle situazioni di ogni giorno, a uscire verso le periferie più lontane e farsi compagni di strada dei poveri.
È sapersi un popolo fra molti popoli. È l’appello ad aprirsi per testimoniare la solidarietà che qualifica la Chiesa di Milano, ascoltando e costruendo occasioni di dialogo. Nella consapevolezza di abitare un’unica casa comune, questa è la strada per una felicità condivisa.
I giorni che accompagnano l’arrivo di Francesco diffondano il “profumo del Vangelo” che “invita prima di tutto a rispondere al Dio che ci ama e che ci salva, riconoscendolo negli altri e uscendo da se stessi per cercare il bene di tutti”.