Il magistero di Papa Francesco ci indica una Chiesa chiamata ad uscire, a rischiare nel mondo piuttosto che chiudersi nelle sacrestie
di Eliana Marcora
membro Giunta e Consiglio pastorale diocesano
Gli Atti degli Apostoli indicano lo slancio missionario di Paolo e ci incoraggiano a vedere “i passi della Chiesa sulle strade dello Spirito”. Papa Francesco ci ripete che al cuore del Vangelo c’è la persona del Signore e ci invita a riflettere sui nostri comportamenti: in che modo e in quale misura manifestiamo lo stile di vita evangelico?
Il magistero di Papa Francesco ci indica una Chiesa chiamata ad uscire, a rischiare nel mondo piuttosto che chiudersi nelle sacrestie. La comunità evangelizzatrice sperimenta che il Signore l’ha preceduta nell’amore (1Gv 4,10): per questo essa prende l’iniziativa senza paura, cerca i lontani arrivando agli incroci delle strade per invitare gli esclusi.
Vive del desiderio di offrire misericordia, prendendosi cura dei più piccoli, come dice il Papa “toccare la carne sofferente di Cristo nel popolo”.
Da secoli associazioni, congregazioni, pastorali d’ambiente hanno vissuto questa vocazione all’uscita. Quante scuole hanno educato e formato ragazzi con difficoltà sociali. La Chiesa ha sempre preso iniziative di accompagnamento. Eppure il Papa ribadisce quello che già può sembrare la natura costitutiva della vita ecclesiale.
Forse abbiamo troppo delegato agli “esperti”, pensando che la prossimità ai poveri spettasse agli addetti della caritas. È tempo di una conversione missionaria comunitaria: ogni battezzato deve sentire il richiamo all’uscita, sforzandosi di “puzzare” del sudore missionario di chi esce nel mondo.