Quanto siamo capaci con il nostro comportamento di “attrarre” persone a Gesù?
di Paola Gervasi
Ausiliaria Diocesana
L’essere Chiesa è dono di Dio per tutti e non frutto dei nostri sforzi. Questo non elimina lo sforzo e la creatività nella missione, ma ci rende anche capaci di affidare al Signore tutti i nostri sforzi perché li trasformi e li renda fecondi.
Francesco guarda la Chiesa e vede il popolo di Dio accompagnato dalla misericordia e aperto alla comunione e alla missione: atteggiamenti che definiscono il mistero della Chiesa. Dobbiamo continuamente verificarci sull’attrattiva della nostra testimonianza dell’amore di Cristo: quanto siamo capaci con il nostro comportamento di “attrarre” persone a Gesù?
Ai cristiani è poi chiesto un discernimento sui segni dei tempi. In particolare dovremmo avere uno sguardo positivo sul tempo che stiamo vivendo perché anche in questo tempo Dio sta operando la salvezza. Per questo dobbiamo essere capaci di riversare in quelle “anfore vuote” che sono le nostre stanchezze e i nostri peccati la gioia del Vangelo che riempie il cuore e la vita interiore di coloro che si incontrano con Gesù. Dobbiamo nella nostra vita spargere il profumo di Cristo e del suo Vangelo perché come dice san Paolo nella Seconda lettera ai Corinti «Noi siamo dinanzi a Dio il profumo di Cristo: odore di vita per la vita». Questo invito di Paolo riguarda tutti, ed è per questo che papa Francesco nella sua giornata intensa del 25 marzo cercherà di incontrare molta gente – anche nelle periferie – perché per tutti è possibile emanare questo profumo: profumo di misericordia, accoglienza e amore.