Tutti si sentano maggiormente soggetti di evangelizzazione e soprattutto popolo di Dio che cammina insieme
di Chiara Zambon
Responsabile di Azione Cattolica
È appassionante ricordare il gesto del Papa nel giorno della sua elezione: prima di benedire ha chiesto di essere benedetto. Una scintilla di emozione, certo, ma anche una scheggia teologica che ci richiama fortemente alla consapevolezza del nostro essere popolo di Dio.
Quel gesto, approfondito poi in Evangelii Gaudium, fa emergere una significativa sfumatura di stile comunicativo: la reciprocità. Il Papa benedice il popolo, ma anche il popolo benedice il suo pastore. Che dono… e che compito!
Questa forma di Chiesa sbilanciata sulla “pluridirezionalità” ci invita tutti ad accendere, nella nostra quotidianità, dinamiche sempre più reciproche e fraterne, valorizzando quei contesti in cui le parole e l’ascolto corrano davvero lungo tante e creative direttrici, che partano per esempio dai bambini e arrivino agli adulti, dalle periferie al centro, dai laici ai presbiteri, dai più poveri ai più agiati… perché tutti si sentano maggiormente soggetti di evangelizzazione, e soprattutto popolo di Dio che cammina insieme, famiglia “misericordiata” e inclusiva che gusta il dono di essere corpo di Cristo, gli uni membra degli altri.
Non possiamo che rendere grazie per questa meravigliosa “pluriformità nell’unità” di cui già facciamo esperienza nella nostra vivace Chiesa diocesana, e chiedere al Papa, il 25 marzo, di sostenerci per essere sempre più, con lo stile della fraterna reciprocità, capaci di generare speranza e gioia di vivere!