I milanesi non mancheranno di dimostrare, ancora una volta, la capacità di “affrontare con coraggio il complesso quadro multipolare dei nostri giorni”

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di Paolo Mira
architetto, giornalista e membro del Consiglio Pastorale Diocesano

 

Gratitudine e attesa sono i sentimenti che accomunano i fedeli ambrosiani per la visita di papa Francesco a Milano il prossimo 25 marzo. Gratitudine per l’attenzione dimostrata nel voler visitare Milano e attesa per quanto dirà e farà, incontrando una Chiesa viva e avvicinando un popolo che, nonostante i cambiamenti e le contraddizioni dell’attuale società, continua a esprimersi attraverso “gente solidale, che si mescola, si incontra e coopera”, perseverando nella promozione delle spiccate attitudini educative, sociali e caritative che l’hanno sempre contraddistinto.

 

E i milanesi non mancheranno di dimostrare, ancora una volta, la capacità di “affrontare con coraggio il complesso quadro multipolare dei nostri giorni”, declinato in una Chiesa che, sulla scia tracciata dai pastori illuminati che l’hanno guidata, non è venuta mai meno alla propria tradizione di luogo dell’incontro e del dialogo.

 

Una comunità diocesana, fatta di discepoli e testimoni, che deve porsi come imperativo lo stare accanto ai poveri, non solo a livello economico, “prestando a essi la nostra voce nelle loro cause, ma anche a essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli”.

 

Ecco, allora, la necessità di guardare al futuro con speranza, lasciando spazio anche alla fantasia e al sogno, affinché ogni struttura ecclesiale e la stessa comunità ambrosiana “diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale più che per l’autoconservazione” e l’autoreferenzialità.

 

Un mondo nel quale incontrare tutti, senza aspettare che vengano gli altri a cercarci e “rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione”.