Che cosa vuol dire “costruire la Chiesa” in un contesto benestante ed europeo come la diocesi di Milano? La tentazione di “guardare la vita dal balcone” è forte
Di Elisabetta D’Agostino
comunità di Sant’Egidio
Questo viaggio di papa Francesco a Milano rinnova la chiamata a “uscire dall’ovile”, in particolare per noi giovani e giovani adulti. A Milano gli under 30 hanno sicuramente più opportunità di lavoro e non solo; soprattutto dopo l’Expo, Milano e tutta la regione sono state beneficiate in termini economici e di immagine: lavoro, turismo e iniziative culturali abbondano in gran numero.
Come ci collochiamo noi cattolici, soprattutto più giovani, in questi nuovi orizzonti? Che cosa vuol dire “costruire la Chiesa” in un contesto benestante ed europeo come la diocesi di Milano? La tentazione di “guardare la vita dal balcone” è forte.
Ma il Papa ci ricorda continuamente che la felicità donata dal Vangelo è troppo preziosa per nasconderla: bisogna “bruciare la vita” per comunicarla. Come? Benché opulenta e vivace, Milano nasconde tra le sue pieghe molti uomini e donne piegati dalla durezza della vita.
Quanti anziani soli nella nostra città! Quanti profughi stanno passando da Milano! Quanti bambini in difficoltà nelle periferie! E noi, dove ci collochiamo?
Occorre uscire da se stessi, pregando per i più deboli e stringendo amicizia con loro, lottando perché finisca l’ingiustizia sulle loro vite. Dobbiamo creare ponti perché la città non escluda nessuno, perché questa è la vera felicità.
E possiamo andare oltre: quanti missionari abbiamo donato alla chiesa per l’evangelizzazione nel mondo. Dobbiamo rinnovare un “patto” con quelle terre, non da ONG, ma da fratelli e sorelle della stessa Chiesa universale. Il viaggio del Papa ci ricorda anche questo.