Il Vicario generale, che è anche responsabile della Formazione permanente, indica i contributi auspicati dalla visita del Santo Padre: «Un incoraggiamento ad affrontare le sfide di questo tempo e una correzione fraterna, perché ci lasciamo purificare da un invito alla povertà personale, alla carità, all’attenzione ai poveri»

di Annamaria BRACCINI

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Qual è il senso dell’incontro e del dialogo del Papa con i sacerdoti, le consacrate, i consacrati e i diaconi della Diocesi? «La volontà di crescere nella fede, come il cardinale Scola ha ricordato anche nella celebrazione da lui presieduta in occasione della Giornata della Vita consacrata», sintetizza monsignor Mario Delpini, vicario generale e responsabile dell’Équipe per la Formazione permanente del clero.

Cosa attendono questi interlocutori privilegiati, come confratelli, dal dialogo con il Santo Padre?
I preti di Milano, diocesani e religiosi, aspettano il Papa e credo che preparino questo incontro come fanno i sacerdoti ovunque: anzitutto, preparando le proprie comunità ad ascoltare il Papa, ad accoglierlo, a partecipare alla celebrazione a Monza. Anche la sospensione delle Messe vigiliari di sabato 25 marzo nelle parrocchie, al fine di rendere possibile che i preti concelebrino col Papa e che la gente partecipi a tale celebrazione, va in questa direzione. Voglio ricordare, a tale proposito, che all’Eucaristia presieduta dal Santo Padre è connessa l’Indulgenza plenaria.

Certamente la celebrazione al Parco di Monza, sarà il momento-clou della giornata, ma l’appuntamento della mattina in Cattedrale avrà anche il significato di ritrovarsi insieme come “corpo” ecclesiale…
Credo che la nostra aspettativa sia ricevere un aiuto per essere preti migliori, per vivere interamente la bellezza di essere donati al Signore, per non lasciarsi rubare la gioia del Vangelo. Ascolteremo dal Papa un incoraggiamento ad affrontare le sfide del tempo che stiamo vivendo. Speriamo che non manchi anche la correzione fraterna, come spesso indica il Santo Padre, proprio perché ci lasciamo purificare da un invito alla povertà personale, alla carità, all’attenzione ai poveri. Credo che saranno questi i contributi che il Santo Padre potrà dare in questa sua visita. Consegne che valgono per tutti, ma a maggior ragione per i Ministri ordinati le consacrate, i consacrati e i diaconi.

Dialogherete con il Papa. È già emerso qualche spunto o tema su cui si rifletterà?
In Duomo si svolgerà un dialogo fatto di alcune domande a cui Francesco risponderà. Un confronto vero e proprio, vista la prevista, notevolissima presenza di persone in Cattedrale, non sarà possibile. Ritengo, tuttavia, che la formula della risposta diretta agli interrogativi posti al momento potrà aiutare, da un lato, a illustrare la nostra realtà di Chiesa locale, con le sue positività e fatiche e, dall’altro, a vivere un momento fondamentale nella comunione tra noi e con il Pastore di tutti, il Successore di Pietro.