Un uomo con il viso evidentemente scavato sale su un autobus e commenta ironicamente l’imbarazzo degli altri passeggeri che abbassano lo sguardo, si voltano, fingono indifferenza. Ombre invitano il pubblico a immedesimarsi nei loro corpi segnati dalla malattia. Danzatori ballano esibendo, invece di nascondere, la loro fisicità. Tre modi diversi con cui persone con Hiv/Aids, coinvolti insieme a operatori e volontari in un progetto di arti-terapia, esprimono la fatica di accettare le conseguenze del virus e dei farmaci che lo combattono. È quello che accadrà sabato 15 ottobre a Milano, al Centro Teresa Gabrieli, la casa alloggio promossa da Caritas Ambrosiana.
Grazie ai farmaci, oggi con l’Aids si può convivere. Tuttavia se è vero che le cure farmacologiche hanno allungato la vita degli ammalati, allo stesso tempo li hanno anche messi di fronte a nuovi problemi. Sui mutamenti del proprio corpo – e su ciò che questi mutamenti provocano nella relazione con sé e con gli altri – hanno provato a riflettere, e persino a riderci sopra, gli ospiti delle Case alloggio della Lombardia coinvolti in un progetto regionale. Da qui è nata la rassegna di teatro e d’arte “Il corpo mut(o)evole”, che dopo essere stata a Bergamo e Cremona, si conclude a Milano, il 15 ottobre, al centro Teresa Gabrieli di via Consolini a Milano, con la rappresentazione di tre spettacoli e l’allestimento di una mostra di quadri e di opere creative.
Irisciò (ore 15.30), messo in scena dagli ospiti di Casa Iris di Rosate, si ispira all’ironia dissacrante degli Esercizi di stile di Raymond Queneau: un personaggio sale su un autobus e provoca la reazione degli altri passeggeri. In Storie d’ombra (ore 16.30), rappresentato dagli ospiti delle Case La Robinia e La Ginestra di Marchirolo (Varese), lo spettatore vede le sagome degli attori proiettate su uno schermo bianco e ascolta dalle ombre il racconto della loro esperienza con la malattia. Ancora l’ombra è la protagonista del terzo spettacolo, che si intitola per l’appunto Luci ed ombra (ore 17.00). In questa pièce gli attori, ospiti della Casa Maddalena Grassi di Seveso danzano davanti ai quadri che hanno realizzato e che costituiscono la scenografia.
“Il corpo mut(o)evole” è un progetto realizzato con il contributo della Regione Lombardia e con il sostegno di Caritas Ambrosiana, delle Caritas delle diocesi di Bergamo e Cremona, Anlaids Lombardia, Gruppo Pro-positivo Beta2, Lila Milano Onlus. Oltre agli spettacoli rappresentati al Centro Teresa Gabrieli fanno parte della rassegna anche “Il conte di Montecristo” della Casa Alloggio La Sorgente di Como, “Rumore di fondo” della Casa della Speranza di Cremona, andati in scena nelle precedenti tappe. La mostra d’arte costituta da quadri, disegni, lavori di grafica è stata realizzata dagli ospiti di altre 14 Case alloggio della Lombardia.