«Recuperiamo uno sguardo vero sull’uomo contemplando l’Uomo della croce. Ridiamo spazio alla giustizia nei nostri rapporti personali, familiari e sociali. La dignità dell’altro lo esige irrevocabilmente. La vita buona non si può edificare senza giustizia. Per questo l’alto impegno con la giustizia è esigito dalla carità, e dalla carità riceve luce piena. Questo è il contributo dei cristiani alla vita buona: praticare la giustizia nella carità. Come ha fatto l’Uomo della croce nutrendo la giustizia con la gratuità e amandoci di persona. Pagando di persona».
È questa l’esortazione contenuta nella meditazione del cardinale Angelo Scola nel corso della prima Via Crucis con cui si è aperto in Duomo il cammino catechetico quaresimale “Stabat Mater dolorosa”. Una meditazione sulle prime tre Stazioni e sul tema “Ecco l’uomo!”, ispirata alla contemplazione della copia della Pietà Rondanini eccezionalmente presente in Cattedrale. «Michelangelo vi lavorò in una esasperata tensione fino a pochi giorni prima di morire…- ha sottolineato l’Arcivescovo, invitando a fissare lo sguardo sull’opera -. Voleva immedesimarsi con questo gesto sublime d’amore, voleva farsi da esso contagiare». Poi la triplice indicazione, «Ecco l’uomo!»: «Dolore e amore sembra dire la Madre in questo abbraccio, offerta di Cristo a noi, resi figli dal sacrificio del Figlio… Un corpo sfinito dalla sofferenza, eppure da essa anche trasfigurato. Già vittorioso… Contemplare quest’Uomo nel nostro cammino quaresimale diventa allora la strada che il Padre offre a ciascuno di noi per re-imparare, di persona e in comunione con i fratelli, chi è l’uomo». Quindi l’invito: «Lasciamoci coinvolgere. Prendiamoci cura gli uni degli altri. L’abisso d’amore di Gesù è inarrivabile e noi siamo così piccoli e fragili. Eppure la strada è più semplice di quanto possiamo pensare: educarsi a questa responsabilità nei confronti del mondo intero attraverso gesti concreti e regolari di gratuità (carità) a partire da chi ci è più prossimo».
In Duomo erano presenti i fedeli di Milano città, mentre quelli del resto della Diocesi erano collegati grazie alle dirette tv, radio e web. Oltre che arricchito dalla presenza della copia della Pietà Rondanini il rito è stato animato da testimonianze in poesia e prosa (testi di Mario Luzi, di Romano Guardini e del Beato Giovanni Paolo II) e accompagnamenti musicali (brani di don Claudio Burgio, Giovanni Battista Martini, Ignacio Mocoroa, monsignor Luciano Migliavacca e Johann Sebastian Bach).
La Via Crucis in Duomo si snoderà attraverso altre tre tappe, in programma sempre al martedì alle 20.30. Il secondo incontro è fissato per martedì 26 febbraio. Avrà per titolo “Il Figlio che sostiene la Madre” e sarà dedicato alle Stazioni IV, V, VI, VII e VIII. Per quella serata sono particolarmente attesi in Cattedrale i fedeli delle Zone II (Varese) e V (Monza).