È stata scelta una frase dal sapore avventuale come slogan per rilanciare il Fondo Famiglia Lavoro: ripartire si può. Annunciato poco meno di un anno fa, quando il Cardinale nel tradizionale discorso di Sant’Ambrogio chiese di elaborare «delle nuove linee per dare continuità e sviluppo all’importante progetto del Fondo Famiglia Lavoro, tenacemente perseguito dal Cardinale Dionigi Tettamanzi», il Fondo è una delle proposte prioritarie di questo anno pastorale elencate al n. 13 della Lettera pastorale. La lettera è quindi lo sfondo più adatto per comprendere i contenuti profondi di questa iniziativa; e allo stesso tempo, il rilancio del Fondo è un punto prospettico interessante per rileggere l’agenda pastorale di questo anno da una angolatura inedita.
In questa prospettiva, il Fondo svela appieno il suo valore pedagogico: stimolare i vari attori della società (mondo della produzione, del credito, dei servizi) alla progettazione di un contesto culturale che spinga a stili di vita più sobri e solidali. Così pure, il Fondo svela il suo valore di esemplarità: ricuce legami che la povertà aveva spezzato, ricrea tessuto sociale, spinge alla dedizione al prossimo, permette a mondi sociali dominati dalla tecnocrazia (il mondo del credito bancario e quello della produzione) di riscoprire valori alternativi per riorientare la propria azione, crea nuovi modi di immaginare il lavoro e la sua distribuzione, crea nuove possibilità di inserimento alle vittime dell’emarginazione. Collaborare al Fondo è quindi non soltanto un’azione pienamente pastorale; più ancora è un modo per dare concretezza al bisogno di immaginare forme inedite di presenza del cristianesimo in una società in piena trasformazione come la nostra. Proprio come la lettera pastorale ci spinge a fare.
Così, senza tematizzarlo più di tanto, ci troveremo tutti come risultato di questo nostro impegno la riscoperta della grande capacità di futuro che ha la nostra fede cristiana: la sua capacità di creare legami di comunione tra soggetti diversi (non soltanto al nostro interno: diocesi, parrocchie, caritas, movimenti; ma anche con attori sociali che pur non condividendo la nostra fede ci accompagnano su questo specifico cammino); la forza nel rimotivare l’impegno delle istituzioni e dei singoli cristiani per la creazione di un mondo più giusto e solidale; il sostegno dato in modo fattivo alla famiglia.
Il Cardinale ci chiede di lavorare al Fondo per imparare partendo dal reale e dal concreto la cattolicità dello sguardo che ha la Chiesa sul mondo.