Carissimi fedeli,
la presenza del Seminario di Venegono nella nostra Diocesi ricorda costantemente a tutti noi, fedeli ambrosiani, che il solo pane capace di saziare definitivamente il cuore di ogni uomo è Dio stesso che, per lo Spirito, si dona con amore sconfinato in Cristo Gesù.
Come ebbi occasione di ricordare nel Discorso di Sant’Ambrogio dell’anno scorso, il tema di Expo2015, «Nutrire il pianeta energia per la vita», costituisce una straordinaria occasione per riflettere su talune questioni centrali dell’esistenza: «Alimentazione, energia, pianeta, vita. Ciascuna forma di vita ha bisogno di energia. Il nesso vita-alimentazione, a sua volta, incide sullo sviluppo del pianeta. Questa complessa circolarità chiama in causa una quinta parola chiave: l’uomo».
Anche coloro che ogni anno bussano alla porta del nostro Seminario si pongono domande su questi argomenti. Essi hanno intuito che seguire Cristo nella vita presbiterale nutrirà quel desiderio di pienezza che caratterizza il cuore umano. Di fronte a una società troppo spesso dimentica delle proprie responsabilità e affannata nella ricerca del potere e del dominio, si impone la testimonianza di questi giovani che, chiamati dal Signore, hanno voluto rispondere liberamente di sì.
I seminaristi abbandonano la cerchia della famiglia e dei rapporti quotidiani di lavoro per mettersi alla sequela di Gesù, seguito e amato come il centro affettivo, come nutrimento essenziale ed esistenziale per il cammino. L’intera comunità seminaristica ricorda a tutti noi che la vita non si esaurisce nella sola dimensione materiale, nel “mordi e fuggi” del sentimento e dell’emozione da soddisfare sotto l’impulso del benessere. Ogni seminarista intraprende un cammino di educazione del desiderio umano all’ideale che è Cristo.
Siamo grati al Signore per il dono di questi fratelli, vogliamo pregare per loro e siamo chiamati, nella misura delle nostre possibilità, a sostenere anche economicamente le spese del Seminario, impegnato nell’opera di ristrutturazione dell’ex liceo, in seguito alla riunificazione delle due comunità nell’unica sede di Venegono.
Il Seminario ci ricorda anche che questo nutrimento essenziale ed esistenziale che è l’amore di Dio non è un dono individuale, ma pane da spezzare, alimento da condividere convivialmente, destinato a sfamare tutto il campo che è il mondo. Nel Seminario, infatti, l’amore di Cristo è gustato e vissuto all’interno di una vita comunitaria, imponendosi come unica ragione capace di unire persone di diverse età e diverse provenienze. Questi giovani, impegnati nella verifica della loro vocazione e nella formazione al ministero presbiterale, ci spingono a un cambiamento di mentalità, dove la ricerca del vero, del bello e del buono dev’essere sempre condivisa nella comunione con gli altri fratelli per una crescita del bene comune.
L’amore di Cristo è un nutrimento che non va risparmiato, non va tenuto per sé, ma cresce solo con l’essere donato. Per questo i seminaristi sono chiamati alla missione sin dai primi anni di Seminario: all’inizio solo per qualche giorno nei nostri oratori e, una volta ordinati, nelle parrocchie in cui il Vescovo li manda. Il dono della vocazione è compito per il mondo.
I futuri presbiteri saranno chiamati un domani, con la grazia di Dio, a nutrire la nostra Diocesi con il dono di tutta la loro vita, portando quel pane sostanziale che è l’Eucaristia, il pane del Suo perdono, il pane della Sua Parola fino alle periferie materiali e esistenziali della nostra Diocesi. Saranno chiamati alla custodia e alla cura di tutti, specialmente dei bambini, degli anziani e di coloro che spesso si trovano ai margini del cuore del mondo.
Il nostro Seminario, in particolare in quest’anno dell’Expo 2015, davvero ci richiama all’amore di Cristo, il solo che può nutrire il mondo, perché può saziare il cuore di ogni uomo su questa terra. Per questo invito ognuno a «nutrire» a sua volta il Seminario: con la preghiera, con l’aiuto economico e magari – mi rivolgo ai più giovani – con la propria vita. Come non mi stanco mai di ripetere, ogni ragazzo, che abbia avvertito in cuor suo la possibilità di dedicare totalmente la propria vita a Cristo, è invitato dall’Arcivescovo a intraprendere un cammino di verifica di tale intuizione, parlandone con una persona di fiducia, come un educatore, un religioso o un sacerdote. Non c’è niente di più bello di una vita che sia, a immagine di Cristo, pane spezzato per la vita del mondo.
Auguro a tutti un buon cammino.