28/04/2008
di Rosangela VEGETTI
Dall’1 all’11 maggio in diocesi è programmata la Settimana di spiritualità ecumenica, con varie iniziative nelle diverse zone pastorali. In questo contesto, sabato 10 maggio, a Milano si terrà la Veglia ecumenica di Pentecoste, a cura del Consiglio delle Chiese cristiane di Milano, in collaborazione con il Decanato Centro Storico, dal titolo “Speranza e condivisione: frutti dello Spirito”.
Sarà una celebrazione itinerante con partenza alle 20.30 dalla Chiesa ortodossa romena (via De Amicis 13). Dopo una tappa alla Casa delle Figlie della Carità (via Ariberto 10) il corteo sosterà per un terzo momento di riflessione all’esterno del carcere di San Vittore (piazza Filangieri 2). La conclusione della Veglia è prevista presso la chiesa di San Vittore al Corpo (via San Vittore 25).
Questa occasione di apertura e formazione spirituale alla dimensione ecumenica è un dono da valorizzare. Gli spunti non mancano, a partire dalla conoscenza e dallo studio della Charta Oecumenica – documento fondamentale sottoscritto dalle Chiese cristiane di Milano il 14 aprile 2007 e che l’Arcivescovo vorrebbe divenisse un testo familiare a tutte le comunità parrocchiali – e dalle suggestioni che il Consiglio delle Chiese cristiane di Milano lancia con varie iniziative.
In particolare, proprio quest’anno, a dieci anni dalla costituzione del Consiglio stesso, una proposta che potrebbe essere rilanciata sul territorio, secondo diverse modalità, èla Lettura ecumenica della Parola (vedi box). Ma gli ambiti di condivisione e reciproca accoglienza ecumenica sono molti, perché sono sempre di più le cose che uniscono i cristiani da quelle che li dividono, e che vanno rilevate e ampliate con la conoscenza, la preghiera e la solidarietà.
La fedeltà al Vangelo chiede infatti a tutti i cristiani, di ogni tradizione storica e spirituale, di essere uniti e di affrontare insieme le attese del mondo, dalla difesa del creato alla giustizia nei rapporti interpersonali e internazionali, dal dovere di accoglienza degli stranieri all’impegno per un futuro di pace e di serenità, migliore per tutti. Fino a rinnovare il miracolo della Pentecoste in cui tutti, insieme, alla stessa mensa, ci si comprenda pur nelle rispettive lingue differenti.