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Pellegrinaggio

Il Papa: «Gerusalemme, città della pace»

Nel suo secondo giorno nella città santa delle tre grandi religioni monoteiste, Benedetto XVI ha fatto visita a tre luoghi-simbolo - la Spianata delle Moschee, il Muro del Pianto, il Cenacolo -, auspicando un dialogo interreligioso sempre più intenso

Rita SALERNO Redazione

13 Maggio 2009
This photo released by the Israeli Government Press Office shows the note left by Pope Benedict XVI at the Western Wall, Judaism's holiest site, in Jerusalem, Tuesday, May 12, 2009.

Un viaggio nel cuore della città cara ai fedeli delle tre grandi religioni monoteiste, è quello compiuto ieri da Benedetto XVI. Assorto in preghiera all’interno della Cupola della Roccia, prima, e davanti al Muro del Pianto poi, cuore della vita ebraica e ultimo baluardo del vecchio tempio di Gerusalemme: queste le due istantanee della quinta giornata di questa visita internazionale di Papa Ratzinger, intensa e fitta d’impegni. Tre i luoghi simbolo in cui il Papa ha fatto tappa: la Spianata delle Moschee, il Muro del Pianto, il Cenacolo.
Come è nella tradizione islamica, Benedetto XVI si è tolto le scarpe per entrare nel Mausoleo sovrastato dalla grande cupola dorata. Rivolgendosi al Gran Muftì – che ha parlato al Papa delle violazioni e delle limitazioni di Israele contro il popolo palestinese e i luoghi santi – il Pontefice ha detto che la Cupola della Roccia fa riflettere sul mistero della creazione e sulla fede di Abramo: «In un mondo tristemente lacerato da divisioni – ha sottolineato – questo luogo serve da stimolo e costituisce inoltre una sfida per uomini e donne di buona volontà a impegnarsi per superare incomprensioni e conflitti del passato e a porsi sulla via di un dialogo sincero finalizzato alla costruzione di un mondo di giustizia e di pace per le generazioni che verranno». Benedetto XVI ha ricordato che la fedeltà all’unico Dio ci porta a riconoscere che gli esseri umani sono legati l’uno all’altro, perché tutti traggono la loro esistenza da una sola fonte e sono indirizzati verso una mèta comune. «Marcati con l’indelebile immagine del divino – ha aggiunto il Papa – essi sono chiamati a giocare un ruolo attivo nell’appianare le divisioni e nel promuovere la solidarietà umana». Un viaggio nel cuore della città cara ai fedeli delle tre grandi religioni monoteiste, è quello compiuto ieri da Benedetto XVI. Assorto in preghiera all’interno della Cupola della Roccia, prima, e davanti al Muro del Pianto poi, cuore della vita ebraica e ultimo baluardo del vecchio tempio di Gerusalemme: queste le due istantanee della quinta giornata di questa visita internazionale di Papa Ratzinger, intensa e fitta d’impegni. Tre i luoghi simbolo in cui il Papa ha fatto tappa: la Spianata delle Moschee, il Muro del Pianto, il Cenacolo.Come è nella tradizione islamica, Benedetto XVI si è tolto le scarpe per entrare nel Mausoleo sovrastato dalla grande cupola dorata. Rivolgendosi al Gran Muftì – che ha parlato al Papa delle violazioni e delle limitazioni di Israele contro il popolo palestinese e i luoghi santi – il Pontefice ha detto che la Cupola della Roccia fa riflettere sul mistero della creazione e sulla fede di Abramo: «In un mondo tristemente lacerato da divisioni – ha sottolineato – questo luogo serve da stimolo e costituisce inoltre una sfida per uomini e donne di buona volontà a impegnarsi per superare incomprensioni e conflitti del passato e a porsi sulla via di un dialogo sincero finalizzato alla costruzione di un mondo di giustizia e di pace per le generazioni che verranno». Benedetto XVI ha ricordato che la fedeltà all’unico Dio ci porta a riconoscere che gli esseri umani sono legati l’uno all’altro, perché tutti traggono la loro esistenza da una sola fonte e sono indirizzati verso una mèta comune. «Marcati con l’indelebile immagine del divino – ha aggiunto il Papa – essi sono chiamati a giocare un ruolo attivo nell’appianare le divisioni e nel promuovere la solidarietà umana». La preghiera al Muro Dalla Spianata delle Moschee Benedetto XVI si è poi spostato al Muro dei Pianto, dove lo attendeva il Rabbino Capo. Dopo aver letto insieme un salmo in ebraico e in latino, Benedetto XVI si è raccolto in preghiera davanti al Muro e ha lasciato un messaggio tra le fessure delle grandi pietre levigate.Nel vicino centro “Hechal Shlomo”, sede del Gran Rabbinato d’Israele, Benedetto XVI ha espresso la soddisfazione per i frutti del dialogo e ha incoraggiato una più convinta cooperazione fra le due comunità nel condannare odio e persecuzione in tutto il mondo: «Ebrei e Cristiani – ha detto, auspicando un dialogo sempre più intenso – sono ugualmente interessati ad assicurare rispetto per la sacralità della vita umana, la centralità della famiglia, una valida educazione dei giovani, la libertà di religione e di coscienza per una società sana».«Mentre esorto le autorità a rispettare e sostenere la presenza cristiana qui, desidero al tempo stesso assicurarvi della solidarietà, dell’amore e del sostegno di tutta la Chiesa e della Santa Sede». È quanto ha detto il Papa nella messa presieduta nel pomeriggio nella Josafat Valley. Occorre rendere Gerusalemme davvero una «città della pace», ha detto Papa Ratzinger aggiungendo che: «Come un microcosmo del nostro mondo globalizzato, questa città, se deve vivere la sua vocazione universale, deve essere un luogo che insegna l’universalità, il rispetto per gli altri, il dialogo e la vicendevole comprensione; un luogo dove il pregiudizio, l’ignoranza e la paura che li alimenta, siano superati dall’onestà, dall’integrità e dalla ricerca della pace. Non dovrebbe esservi posto tra queste mura per la chiusura, la discriminazione, la violenza e l’ingiustizia». – «L’orrore della Shoah mai più disonori l’umanità»Benedetto XVI in Terra Santa: costruire nuovi pontiBenedetto XVI in Terra Santa alle sorgenti della fede –

La preghiera lasciata dal Papa in una fessura del Muro