Il 27 settembre ricorre la Giornata mondiale del turismo indetta dall’Onu. Un’occasione che la Chiesa ha sempre colto sia per donare anche a questo segmento d’impegno uno sguardo spirituale sia per offrire agli operatori e ai fruitori una collaborazione fattiva mutuata dalla propria esperienza educativa, come ha ricordato – ad esempio – il cardinale Dionigi Tettamanzi nel suo messaggio per l’estate. Il tema scelto dall’Organismo internazionale per il 2010 è «Turismo e biodiversità». Don Massimo Pavanello, responsabile dell’Ufficio competente della Diocesi di Milano e incaricato regionale della Conferenza episcopale lombarda per lo stesso settore, ci aiuta a comprendere la valenza di tale appuntamento.
Il titolo di questa giornata è meno scontato di altri. Cosa lega il turismo e la biodiversità?
L’Onu ha dichiarato il 2010 Anno internazionale della biodiversità. Ogni specifica giornata mondiale quindi si ispira a quel titolo. Ma c’è ovviamente pure un senso più profondo. Il turismo è diventato un fenomeno di massa e ciò porta con sé pregi e difetti. Il rischio maggiore è che a guidare questo flusso siano solo logiche di mercato che sfruttano persone, luoghi, tradizioni senza la preoccupazione di tutelare la natura per poterla consegnare in equilibrio a chi verrà dopo di noi. Il pregio più evidente, invece, è che solo l’incontro tra le persone può far scattare la molla del rispetto reciproco e della necessità di custodire un dono da tramandare vivendo in virtuosa simbiosi.
Questo ragionamento si presta pure a declinazioni spirituali…
Infatti, come tradizione, il Pontificio consiglio dei migranti e degli itineranti, cui attiene pure la sfera del turismo, anche quest’anno ha offerto alla riflessione generale un proprio messaggio sull’argomento (cfr www.chiesadimilano.it/turismo). Due sono i pilastri del testo: la responsabilità (personale e collettiva) a partire dalla quale si può/deve intervenire a tutela della natura e la proficua subordinazione della creazione al Creatore.
Ci sono delle occasioni, dei luoghi, dove la giornata sarà celebrata?
A livello di Chiesa universale, domani, 27 di settembre, si aprirà a Santiago de Compostela il II Congresso mondiale di pastorale dei pellegrinaggi e dei santuari. Un momento ufficiale durante il quale, senza dubbio, la menzione della data non mancherà. Anche perché, recentemente, diversi Organismi europei si sono spesi proprio per la rivalutazione dei cammini culturali e di fede. Ed è in questa linea che la Giornata europea del turismo sarà dedicata – in aggiunta – agli itinerari culturali e religiosi, che per lo più sono immersi proprio in scenari naturali. La Chiesa italiana posticiperà la celebrazione di qualche settimana, invece, e terrà un convegno sull’argomento a Castelraimondo e a Camerino il 6 di novembre. Ancora più in là nella data, come da decennale consuetudine, si porrà infine l’appuntamento della Chiesa di Lombardia. Sarà, infatti, la BIT del febbraio prossimo ad ospitare le iniziative ecclesiali al riguardo. Il 27 settembre ricorre la Giornata mondiale del turismo indetta dall’Onu. Un’occasione che la Chiesa ha sempre colto sia per donare anche a questo segmento d’impegno uno sguardo spirituale sia per offrire agli operatori e ai fruitori una collaborazione fattiva mutuata dalla propria esperienza educativa, come ha ricordato – ad esempio – il cardinale Dionigi Tettamanzi nel suo messaggio per l’estate. Il tema scelto dall’Organismo internazionale per il 2010 è «Turismo e biodiversità». Don Massimo Pavanello, responsabile dell’Ufficio competente della Diocesi di Milano e incaricato regionale della Conferenza episcopale lombarda per lo stesso settore, ci aiuta a comprendere la valenza di tale appuntamento.Il titolo di questa giornata è meno scontato di altri. Cosa lega il turismo e la biodiversità?L’Onu ha dichiarato il 2010 Anno internazionale della biodiversità. Ogni specifica giornata mondiale quindi si ispira a quel titolo. Ma c’è ovviamente pure un senso più profondo. Il turismo è diventato un fenomeno di massa e ciò porta con sé pregi e difetti. Il rischio maggiore è che a guidare questo flusso siano solo logiche di mercato che sfruttano persone, luoghi, tradizioni senza la preoccupazione di tutelare la natura per poterla consegnare in equilibrio a chi verrà dopo di noi. Il pregio più evidente, invece, è che solo l’incontro tra le persone può far scattare la molla del rispetto reciproco e della necessità di custodire un dono da tramandare vivendo in virtuosa simbiosi.Questo ragionamento si presta pure a declinazioni spirituali…Infatti, come tradizione, il Pontificio consiglio dei migranti e degli itineranti, cui attiene pure la sfera del turismo, anche quest’anno ha offerto alla riflessione generale un proprio messaggio sull’argomento (cfr www.chiesadimilano.it/turismo). Due sono i pilastri del testo: la responsabilità (personale e collettiva) a partire dalla quale si può/deve intervenire a tutela della natura e la proficua subordinazione della creazione al Creatore.Ci sono delle occasioni, dei luoghi, dove la giornata sarà celebrata?A livello di Chiesa universale, domani, 27 di settembre, si aprirà a Santiago de Compostela il II Congresso mondiale di pastorale dei pellegrinaggi e dei santuari. Un momento ufficiale durante il quale, senza dubbio, la menzione della data non mancherà. Anche perché, recentemente, diversi Organismi europei si sono spesi proprio per la rivalutazione dei cammini culturali e di fede. Ed è in questa linea che la Giornata europea del turismo sarà dedicata – in aggiunta – agli itinerari culturali e religiosi, che per lo più sono immersi proprio in scenari naturali. La Chiesa italiana posticiperà la celebrazione di qualche settimana, invece, e terrà un convegno sull’argomento a Castelraimondo e a Camerino il 6 di novembre. Ancora più in là nella data, come da decennale consuetudine, si porrà infine l’appuntamento della Chiesa di Lombardia. Sarà, infatti, la BIT del febbraio prossimo ad ospitare le iniziative ecclesiali al riguardo.