Si può vivere con solidarietà anche nel mondo del lavoro, che oggi sembra rispondere a regole sempre più autonome e dettate dalla globalizzazione? Su questo si sono confrontati gli esponenti del mondo produttivo milanese e lombardo, insieme ai rappresentanti delle istituzioni, nella terza tappa della Professio fidei di questo pomeriggio, con la Croce di San Carlo e il Santo Chiodo che, portati dal cardinale Scola, si sono fermati “in ascolto” del mondo dell’economia presso la torre Unicredit di piazza Gae Aulenti, ospite Andrea Nicastro, direttore generale dell’istituto di piazza Cordusio.
«La centralità del segno della croce ha coinvolto tutti, è un segno che tocca il cuore di ciascuno di noi, e mette in campo la questione delle questioni, quella del senso, indipendentemente dalla risposta che ciascuno dà – ha sottolineato l’Arcivescovo -. Ma noi, che stiamo bene, rispetto a questo cuore spesso ci disperdiamo. Per questo abbiamo voluto affrontare il tema della solidarietà, perché conduce alla domanda ultima da cui solidarietà e sussidiarietà prendono alimento, per poi affrontare i problemi del mondo del lavoro e il problema drammatico della disoccupazione».
«La misericordia di Dio non fa preferenze di persone – ha continuato l’Arcivescovo – Portiamo fino in fondo la Croce dentro queste esperienze, affinché possa rigenerare i nostri cuori, renderli solidali nella sostanza. La purificazione del cuore è un interrogativo che ci portiamo dentro ogni giorno, deve diventare attenzione alla sobrietà, alla trasparenza, alla legalità, deve partire da noi, deve guadagnare il desiderio del perdono di Dio: niente più di questo può mostrare serenità all’uomo».
Agli ospiti del pomeriggio il compito di spiegare come declinare la solidarietà nei rapporti tra imprenditori e dipendenti.
Due esempi di possibile alleanza tra le parti sono arrivati da Davide Galli, presidente della Confartigianato di Varese, e da Marco Viganò, della Cisl di Monza e Lecco, intervenuto insieme al segretario milanese Danilo Galvagni. Da una parte la possibilità dell’apprendistato che aiuta a togliere i ragazzi da situazioni difficili; dall’altra i contratti di solidarietà nelle aziende in crisi e l’entrata dei lavoratori nel capitale d’impresa, rilevando per esempio aziende che sono state gestite con ottica di breve periodo. Altra realtà su cui scommettere, quella delle cooperative, per le quali è intervenuto Massimo Minelli, vicepresidente di Confcooperative Milano.
L’importanza della formazione e di buoni canali di inserimento al lavoro è stata ricordata dal vicepresidente della Provincia di Milano Umberto Maerna e da Fabrizio Galli, account manager di una società di lavoro interinale: «Chi ha perso il lavoro dovrebbe essere subito accolto in un percorso di formazione», è stato l’auspicio.
Poi la responsabilità sociale d’impresa, attuata a partire dalla conciliazione dei tempi di famiglia e lavoro, a fronte della completa deregolamentazione, che ha portato spesso a effetti devastanti, come ha osservato il direttore regionale di Confesercenti Giancarlo Morghen. «Perché non pensare che nell’assegnazione di alcuni appalti e servizi Regione Lombardia non possa incentivare quelle imprese che già attuano le buone pratiche?», ha proposto Morghen.
La Fondazione Cariplo, per voce del presidente Giuseppe Guzzetti, ha sottolineato l’impegno per l’inserimento lavorativo delle fasce più deboli: in Italia l’impiego dei disabili ha sempre avuto l’obiettivo primario della loro realizzazione. Stessa linea espressa dal vicepresidente di Confcommercio Milano Renato Borghi: dietro il bisogno di lavoro c’è il bisogno della felicità compiuta, di raggiungere una stabilità concreta, spezzare la solitudine; se riesci a fare qualcosa in questo senso, capisci che non hai fatto solo una solidarietà parziale
«Siamo un Paese per cui la solidarietà è fondante, e il primo impegno delle istituzioni è far apprezzare il principio di solidarietà anche dando di più a chi ha meno possibilità», ha ricordato il vicesindaco di Milano Lucia De Cesaris, alla quale ha fatto eco il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, che ha ricordato in particolare gli strumenti della dote scuola e lavoro, ma anche la copertura – da parte del Pirellone – della cassa integrazione in deroga.
Un impegno alla solidarietà che è anche volontà di tessere reti e costruire relazioni. Qualche segno di speranza lo ha ricordato il segretario della Camera di Commercio di Monza Renato Mattioni, che ha ricordato come spesso siano proprio le categorie più deboli a essere le prime protagoniste della ripresa, col 40% delle nuove imprese nato da chi ha perso il lavoro, insieme alla crescita dell’imprenditoria di immigrati e donne.
Infine, un invito a pensare in grande da parte del direttore dell’associazione dei Piccoli Imprenditori di Lecco Mauro Gattinoni. La solidarietà non deve solo regolare le microrelazioni, può anche permeare un nuovo modello – ha lanciato la sfida – ricordando le parole di papa Francesco: «Evangelizziamo quando cerchiamo di affrontare le sfide che ci si presentano davanti». «Non ci perdiamo d’animo, usciremo sicuramente da questa crisi. Il Santo Chiodo possa questa sera rigenerare i nostri cuori, renderli solidali nella sostanza perché posano essere solidali in tutte le esperienze quotidiane, come quella imprescindibile del lavoro», è stato l’augurio finale del Cardinale.