L’amore di Cristo è oggi. Un presente in cui la redenzione non è attesa, ma è qui. E ora. Nella celebrazione della Messa Crismale l’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha ricordato ancora una volta l’attualità continua della Resurrezione di Gesù, che non si attende, ma si vive ogni giorno nella vocazione. Dei sacerdoti, presenti numerosi in Duomo a quella che è l’unica celebrazione prevista in tutta la Diocesi la mattina del Giovedì santo e che rende di fatto il Duomo il “cuore” della Chiesa ambrosiana in una delle occasioni più importanti e solenni di tutto l’anno liturgico. Dei religiosi e delle religiose. Dei fedeli.
«Troppo spesso – ha rilevato Scola durante l’omelia – viviamo dimentichi del preziosissimo contenuto del sacrificio compiuto una volta per tutte, e perdiamo il prezioso quotidiano valore del “per sempre”, del carattere definitivo di quanto Gesù ha operato in favor nostro. Viviamo come se la redenzione dovesse ancora accadere! Come se il Figlio di Dio non avesse già caricato su di Sé tutto il peccato del mondo e il combattimento non fosse ancora deciso! Non è assolutamente così!».
Perché, spiega ancora l’Arcivescovo, «noi, per grazia, siamo un popolo regale, cioè un popolo di uomini liberi perché già liberati, e tutto il male del nostro peccato personale e di quello del mondo intero non riuscirà mai a sopraffare la potenza liberatrice della redenzione. L’oggi, l’una volta per tutte e il per sempre della redenzione costituiscono il contenuto presente e operante della vittoria di Cristo nella nostra vita. Sono l’alveo solido in cui scorre la nostra vocazione cristiana e, in essa, lo specifico stato di elezione ecclesiale rappresentato dal sacerdozio come ministero».
In questo senso, quindi, «la vocazione cristiana è, per sua natura, vocazione alla missione, all’unica missione della Chiesa». I diversi ministeri, compiti e stati di vita – il ministero ordinato, la vita matrimoniale e familiare e la vita consacrata – sono allora «le modalità storiche che il Signore sceglie con amorosa cura per ciascuno dei suoi figli affinché prendano parte all’unica missione della Chiesa in favore del mondo». L’Arcivescovo ha fatto riferimento anche al gesto centrale della celebrazione: la benedizione degli Oli santi del Crisma, dei Catecumeni e degli Infermi, che saranno poi portati in tutte le parrocchie della Diocesi per la celebrazione dei sacramenti.
E proprio in questa rinnovata visione viva sull’oggi, il cardinale Scola ha invitato i sacerdoti all’ormai imminente appuntamento della Professio fidei in piazza Duomo: «Il prossimo 8 maggio, con un gesto che vorremmo a tutti comprensibile, intendiamo comunicare alle sorelle e ai fratelli della nostra terra ambrosiana ciò in cui crediamo (confessio fidei) e che, consapevoli di tutti i nostri limiti e peccati, ci sentiamo di proporre come forma bella e piena di vita. Come ministri ordinati inviteremo tutti i nostri fedeli a partecipare a questo gesto».
Durante la celebrazione della Messa Crismale vengono rinnovate le promesse sacerdotali. Il cardinale Scola ha voluto ribadire il valore della «vita spesa» per gli altri: «Sappiamo bene quante resistenze permangano in noi all’offerta, al perdere totalmente la vita, eppure è veramente quello che vogliamo». In questo senso ha ricordato il «rinnovato percorso di Comunità Seminaristica Adolescente» che, ha detto rivolgendosi direttamente ai sacerdoti, «affido a voi tutti». In conclusione, ricordando «l’unità del presbiterio con il Vescovo, nella comunione ecclesiale» espressa nella Messa Crismale, in essa Scola ha motivato «l’odierna colletta in favore dell’Opera di Aiuto Fraterno». Infine l’annuncio dell’istituzione di «una Commissione per lo studio del problema di una perequazione economica fra le parrocchie».
Al termine della celebrazione l’Arcivescovo ha porto il suo saluto e donato una croce al vescovo eletto di Monze (Zambia) Moses Hamungole, successore di monsignor Emilio Patriarca, primo fidei donum ambrosiano a diventare vescovo, recentemente dimessosi per raggiunti limiti di età. Nel saluto finale il Cardinale ha voluto manifestare la vicinanza sua e della Diocesi «a tutti i nostri sacerdoti che sono in missione», con un ricordo particolare per i due sacerdoti vicentini e la suora rapiti in Camerun, «di cui non si hanno notizie», con un ringraziamento «ai vescovi che vivono nella nostra grande Chiesa e ci aiutano moltissimo».