Mercoledì 29 aprile, alle 9, nell’Aula Paolo VI presso il Seminario di Venegono si terrà un incontro interdisciplinare a cura della Sezione del Seminario Arcivescovile di Milano della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale.
Le lezioni curriculari saranno sospese e l’intera comunità del Seminario, con la presenza anche di esterni – laici, preti e religiosi – ascolterà la conferenza di monsignor Romano Penna, docente ordinario emerito di Nuovo testamento e Origini cristiane nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense, sul tema «La ricerca e il ritrovamento del Gesù storico».
Il programma della mattinata prevede alle ore 9 un’introduzione, poi la relazione divisa in due parti da un intervallo, seguiranno interventi e domande con un intervento conclusivo alla fine del dibattito.
«Sarà approfondito il rapporto tra la ricerca storica su Gesù di Nazareth e la riflessione sistematica sulla Cristologia – spiega don Franco Manzi, direttore della Sezione del Seminario Arcivescovile di Milano della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale -. Da questo punto di vista gli studi sono evoluti verso la cosiddetta “ricerca del Gesù storico”: si cerca di leggere l’attendibilità storica dei Vangeli alla luce soprattutto dei ritrovamenti delle undici grotte di Qumran che hanno custodito i frammenti di rotoli ebraici scritti più di duemila anni fa. Vi sono riportati tanti dati per mostrare come i Vangeli abbiano un’ampia attendibilità storica. La domanda che fa da sfondo all’incontro interdisciplinare in Seminario è appunto: quali sono le conseguenze di questi dati storici sulla riflessione teologica riguardo alla fede cristiana? I rotoli vennero nascosti nelle grotte sulle rive del Mar Morto – continua don Manzi – quando molto probabilmente i monaci della comunità giudaica, che li studiava e li ricopiava, videro arrivare le armate romane di Tito che nel 68 dopo Cristo, puntando su Gerusalemme, distrussero questo insediamento nel deserto. Alcune scritture sacre si sono ben conservate per secoli e secoli fino al 1947 quando furono scoperte da una tribù beduina. Riguardo al contenuto di questi rotoli alcuni sono corrispondenti all’Antico Testamento e uno di questi riporta il libro del profeta Isaia. Grazie a tutti questi testi ritrovati, che sono stati tradotti anche in italiano, si è potuto fare un confronto con i quattro Vangeli e confermare l’attendibilità della testimonianza degli evangelisti».