Sabato 22 marzo prenderanno avvio gli incontri della proposta «Un coraggioso salto di qualità» rivolta a quei giovani, dai 18 ai 30 anni, che coltivano un forte interrogativo su una possibile vocazione al sacerdozio o alla consacrazione nella verginità.
Questa longeva iniziativa è nata nel 1988 da una felice intuizione di don Walter Magni, allora responsabile della Pastorale vocazionale diocesana, rimasto colpito da un passaggio del programma pastorale 1987-88 del cardinale Carlo Maria Martini, «Dio educa il suo popolo»: «La vocazione ha la caratteristica di un coraggioso salto di qualità».
Ancora oggi la proposta è promossa dalla Pastorale giovanile, in collaborazione con il Seminario, nei sabati di Quaresima (dopo il 22 marzo, gli altri incontri si terranno il 29 marzo, il 5 aprile e il 12 aprile, presso il Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso, dalle 15.30 alle 19.30). Ciò che conta è la motivazione iniziale, è necessario infatti essersi posti una seria domanda vocazionale che dovrà poi essere approfondita, attraverso momenti di preghiera comunitaria, di confronto e meditazioni personali. «Nulla di straordinario – tiene a precisare Barbara Olivato, ausiliaria diocesana che segue le ragazze – se non la coraggiosa decisione di prendersi un tempo preciso, come la Quaresima, per contemplare il cuore di Gesù e riscoprirsi dentro i suoi desideri».
Tanti sono i ragazzi che hanno preso parte a questa iniziativa, alcuni poi hai deciso di compiere il «salto» entrando in Seminario, come Daniele, oggi in prima Teologia, che ricorda: «All’inizio ero pieno di dubbi, poi di grande aiuto sono state le comunicazioni nella fede con gli altri ragazzi, momenti in cui ciascuno raccontava di sé, del suo cammino, del punto in cui era arrivato. Inoltre, nel contesto della preghiera, ho riletto la mia vita alla luce di questa chiamata e ho capito che Dio non mi aveva mai abbandonato». Ai «Salti di qualità», infatti, non ci si arriva per caso, ma condotti da una storia precedente, da circostanze di studio e di lavoro che danno spazio alle domande e ascolto alle intuizioni. «Non ci si stacca dalla vita quotidiana – conclude Barbara Olivato – ma la si raccoglie e accompagna al passo successivo, verso il “per sempre”».