“Gianna Beretta Molla: La vita di famiglia come vocazione” è il titolo del volume, da poco tempo in libreria, per le edizioni San Paolo scritto da monsignor Antonio Rimoldi professore emerito di Storia della Chiesa presso il Seminario Arcivescovile di Venegono Inferiore, Maria Teresa Antognazza giornalista professionista presso il settimanale diocesano "Luce" e Mario Picozzi professore associato di Medicina Legale all’Università degli Studi dell’Insubria.
Si tratta di un saggio che ripercorre la vita di santa Gianna, inserendola in un preciso contesto storico e sociale; e proprio per questo il volume si apre con un ampio riferimento al mondo cattolico dalla fine dell’Ottocento all’apertura del Concilio Vaticano II, per passare poi alle vicende e ai tempi più propriamente legati alla vita della santa magentina: il tempo della formazione, seguito da quelli della maturazione, dell’amore e della sofferenza, fino ad arrivare alla canonizzazione.
Ma quali elementi di novità fanno di questa biografia una pubblicazione diversa dalle numerose altre "vite" della santa? Lo abbiamo chiesto a monsignor Antonio Rimoldi che, oltre ad aver conosciuto personalmente Gianna Beretta Molla, per primo ne studiò la vicenda, leggendo e riordinando tra il 1972 e il 1977 i 1.262 documenti che la riguardavano e pubblicandone la prima biografia. «Questo volume – spiega monsignor Rimoldi – nasce da un lavoro sinergico dei tre autori ed è la prima biografia critica. Abbiamo voluto togliere santa Gianna da quell’alone che spesso la circonda e porta a una vera e propria mitizzazione della sua persona; noi, al contrario, abbiamo voluto leggere la sua vicenda inserendola totalmente nella santità dell’ordinario». Ecco allora la scansione temporale della sua vita con alcuni momenti che custodiscono il segreto della sua santità. Primo fra tutti i Santi Esercizi a cui partecipò a Genova nel 1938, avvenimento fondamentale per monsignor Rimoldi, che lo pone in perfetta sintonia con il pensiero di monsignor Giuseppe Beretta, fratello della santa e autore della prefazione al volume, il quale sottolinea come durante gli esercizi «lo Spirito Santo le ha fatto capire la stupenda bellezza di vivere da creatura redenta». Durante quegli Esercizi Gianna ha chiesto a Gesù di poter vivere sempre in grazia di Dio, e tale è stata la norma di tutta la sua vita. Così lo ha insegnato alle socie di Azione Cattolica e della San Vincenzo, così ha voluto vivere anche la sua professione di medico, sapendo di curare Gesù nei suoi ammalati. «Soprattutto durante i mesi della gravidanza e della malattia – si spinge ancora oltre monsignor Rimoldi – santa Gianna ha trasformato la preghiera in un dialogo mistico con Cristo sofferente che vedeva in lei stessa sofferente».