Se lo scoutismo mondiale ebbe inizio nel 1907, quello italiano vide la luce ufficialmente nel 1912 con il Cngei, un’associazione aconfessionale, mentre nel 1916 nacque l’Asci, di ispirazione cattolica. Nel 1943 si creò anche l’Agi e nel 1974 le due associazioni cattoliche di scout e guide si fondarono in Agesci.
Lo scautismo cominciò a svilupparsi in Italia all’inizio del Novecento. I primi esperimenti avvennero nel 1910 a Bagni di Lucca, in Toscana, e a Genova, con i “Ragazzi esploratori italiani”. Gli esperimenti si ripeterono un po’ dappertutto, ma la prima vera organizzazione con riconoscimento internazionale fu il Cngei (Corpo nazionale dei giovani esploratori italiani e Unione nazionale delle giovinette esploratrici), fondato nell’ottobre del 1912. È un’associazione a cui possono aderire ragazzi e ragazze di qualsiasi religione.
Nel 1916 nacque invece l’Asci, dal metodo fortemente simile a quello del Cngei, ma di ispirazione cattolica. Le due associazioni si svilupparono progressivamente finché non incapparono negli ostacoli del fascismo, che non ammetteva esperienze educative non controllate dal proprio partito. Dal 1927, una serie di decreti governativi sempre più duri contro lo scautismo costrinse con la forza le associazioni a sciogliersi. Ma non tutti gli scout accettarono queste violenze e formarono delle squadriglie, le “Aquile randagie”, che continuarono clandestinamente l’attività scout tra mille pericoli. Alcuni di questi scout, durante la guerra di Liberazione, dopo il 1943, entrarono a far parte delle formazioni partigiane, e vi fu chi venne ucciso.
Nel 1943, ancora durante la guerra, venne fondata l’Agi (Associazione guide italiane), la corrispondente femminile dell’Asci, sempre di ispirazione cattolica. Con gli anni ’50, lo scautismo riprese vita: in ogni città si rispolverarono le vecchie uniformi, molti gruppi scout ricominciarono a fare uscite e campi, ma soprattutto nacque una miriade di nuovi gruppi. Tutte le diverse associazioni conobbero una ripresa costante.
L’avvenimento forse più rilevante nella storia dello scautismo italiano avvenne nel 1974, quando l’Asci e l’Agi decisero di fondersi, creando un’unica associazione composta di ragazzi e ragazze, che si sforzò di conservare le tradizioni migliori di entrambe, e che prese il nome di Agesci. Da allora in poi l’Agesci ha conosciuto una crescita vertiginosa, giungendo a toccare negli anni novanta quasi 200 mila associati. In Italia vi sono alcune altre associazioni scout di minore sviluppo; la maggiore tra queste è la Fse (Associazione italiana guide e scout d’Europa cattolici), conosciuta più brevemente come Scout d’Europa, fondata nel 1976.
Il Cngei e l’Agesci fanno parte della Fis (Federazione italiana dello scautismo), che mantiene i rapporti con le grandi organizzazioni mondiali maschile Wosm e femminile Wagggs. Ciò che sembra un elenco di sigle in realtà si traduce nel servizio di ragazzi e adulti che dedicano il loro tempo a fare in modo che il metodo di Baden-Powell sia applicato correttamente, e ad aiutare la nascita e lo sviluppo dello scautismo in quei Paesi dove le difficoltà economiche o politiche sono più forti.