Alla Libreria Mondadori di Merate (piazza Prinetti 26/B), giovedì 31 maggio, alle 20.45, Marinella Colombo presenterà il suo libro Non vi lascerò soli. In lotta con la giustizia che mi ha sottratto i figli (Rizzoli).
Marinella Colombo è la mamma che dal 2008 si batte per i propri figli. Nel 2006, quando si separa dal marito tedesco, Marinella ottiene l’affidamento dei figli. Da subito però lo Jugendamt, l’istituzione che in Germania interviene in ogni causa di separazione in cui sono coinvolti dei minori, si insinua nella sua vita. Nel 2008, per non perdere il proprio lavoro, Marinella è costretta a tornare in Italia. Pur essendoci un accordo tra lei e il marito, a sua insaputa una mattina Leonardo e Nicolò sono prelevati dalle forze dell’ordine a scuola e riportati a Monaco di Baviera.
Marinella scoprirà anche che sulla sua testa pende un mandato di cattura internazionale per sottrazione di minori, emesso già mesi prima, mentre i bambini, però, erano in vacanza con il marito. Ma le irregolarità non si fermano qui: la sua drammatica vicenda porta alla luce le pratiche anomale e discriminanti dello Jugendamt nei confronti dei coniugi stranieri di coppie miste, testimoniate dalle decine e decine di cause pendenti presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Oggi i bambini sono in Germania, il giudice tedesco scrive che la mamma manca loro moltissimo, ma respinge ugualmente ogni richiesta avanzata da Marinella per non essere cancellata dalla vita dei suoi figli. Per oltre un anno Marinella è stata agli arresti domiciliari con l’accusa di sottrazione di minore. Ora che le è stata restituita la libertà (ma non i figli), prosegue la sua indomita lotta e vuole mettere la sua drammatica esperienza al servizio della conoscenza: sia perché a livello giuridico nazionale ed europeo venga posto un freno all’ingiustizia sistematicamente perpetrata dallo Jugendamt ai danni dei genitori non tedeschi, come di regola accade, in nome de “Il mio diritto tedesco al di sopra di tutto” (Mein deutsches Recht über alles); sia per favorire un’ampia presa di coscienza da parte dei cittadini, uomini e donne, non tedeschi in merito ai “rischi” che corrono o potrebbero correre realizzando un progetto familiare con un partner tedesco. Un’informazione che, lungi dall’essere discriminante, aiuti viceversa a prevenire drammi e inaccettabili discriminazioni analoghi a quello di Marinella e di migliaia di altri casi.