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7 maggio

Al Planetario, serata dedicata
ai Gesuiti e all’astronomia

Serata con Mauro Arpino dal titolo "Il lascito dei Gesuiti", alla riscoperta del loro ruolo nella storia dell’astronomia, tanto sorprendente quanto sconosciuto.

22 Aprile 2015

Giovedì 7 maggio alle 21, al Civico Planetario di Milano “Ulrico Hoepli”, serata con Mauro Arpino dal titolo “Il lascito dei Gesuiti”, alla riscoperta del loro ruolo nella storia dell’astronomia, tanto sorprendente quanto sconosciuto.
Fondata da Ignazio di Loyola il 15 agosto 1534 con altri sei studenti in una cappella di Montmartre, la Compagnia di Gesù si votò alla missione ovunque il papa li avesse inviati. Nel 1550 Ignazio fondò il Collegio Romano per supplire alla carenza di scuole pubbliche e gratuite. Ben presto divenne un centro di studio di rilievo internazionale.
Qui studiò Matteo Ricci, primo missionario cattolico a entrare in Cina dal XIII secolo. Nel 1607 Ricci, Lì Madòu in mandarino, assieme a Xu Guangqi, un matematico cinese convertito, tradusse i primi libri degli Elementi di Euclide. Dopo di lui numerosi gesuiti seguirono le sue orme in Cina e costruirono osservatori astronomici, insegnarono, riformarono il calendario cinese, introdussero i telescopi. In Europa Francesco Maria Grimaldi descrisse per primo il fenomeno della diffrazione della luce, mentre Niccolò Zucchi fu il primo a impiegare specchi al posto di lenti per costruire telescopi.
Nel XIX secolo, padre Angelo Secchi presentò la prima classificazione degli spettri stellari contribuendo in modo decisivo alla nascita della moderna astrofisica. I discepoli di Ignazio di Loyola giunsero davvero alla “fine del mondo”, là dove nessun ordine religioso si era mai spinto, fin nel cuore della Città Proibita a Pechino. Ammirati e odiati, (la Compagnia di Gesù fu soppressa tra il 1773 e il 1814), moltissimi furono martirizzati.
Ovunque portarono l’astronomia. E se ora state appuntando sulla vostra agenda la data di questa conferenza state utilizzando il calendario gregoriano introdotto nel 1582 da papa Gregorio XIII.