Il Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano desidera condividere la speranza di un mondo nuovo con gli uomini e le donne di buona volontà che camminano ogni giorno per le strade di questa città. Il racconto dell’evangelista Luca, che situa la nascita di Gesù in un contesto storico segnato da oppressione e sottomissione, ripropone anche oggi il lieto annuncio che allora fu rivolto a ultimi ed emarginati, quali erano i pastori di Betlemme: «Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande terrore, ma l’angelo disse loro: “Non temete, ecco, vi annuncio una grande gioia che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide è nato per voi un Salvatore che è Cristo Gesù».
Quale salvezza dall’alto ci attendiamo oggi, uomini e donne del XXI secolo, che conosciamo le enormi possibilità della scienza e arriviamo a pensare che, se non oggi domani, quasi tutto sarà possibile all’uomo? Ma a quale salvezza possiamo aspirare quando guerre e violenze ci circondano da ogni parte e sembra non esserci limite all’efferatezza? Mai ci sono parse così attuali le parole del Salmo 14: «Sono tutti traviati, tutti corrotti, non c’è chi agisca bene».
Eppure c’è una sete che accomuna tutti i cuori: la sete di scoprire insieme agli altri la luce capace di illuminare la nostra comune umanità. È luce per vedere che i nostri cammini, quando restano appesantiti dall’angoscia e dalla chiusura in noi stessi, ci recidono dalla comunione con gli altri.
È luce per poter camminare non più da soli, ma sempre in un dialogo solidale e costruttivo con i nostri compagni di strada. Consapevoli che proprio i più deboli e gli esclusi possano rivelarsi veri maestri di umanità.
La nascita del bimbo nella mangiatoia indica il modo che Dio ha scelto per incontrarci. Nella debole e fragile innocenza di una creatura che si apre alla vita è racchiusa la potenza dell’evangelo. Ma il rifiuto di questo evangelo è la strage degli innocenti. È questa la cornice drammatica della natività. Ed è una strage che continua a produrre violenze e dolore, sradicamenti e fuga dall’ondata omicida.
Natale invece ci chiede oggi di non rassegnarci di fronte alle logiche di morte. Il senso del messaggio evangelico invita tutti a mantenere fermo e propositivo l’atteggiamento del dono di sé nell’affrontare i gravi problemi del mondo in cui viviamo.
Come comunità cristiane ci affidiamo alla forza di Colui che, per incontrare tutti i popoli, si è abbassato sino a nascere nella povertà di una mangiatoia. In lui professiamo il Cristo e Signore, il Verbo di Dio fatto carne e venuto per la salvezza di tutti.
A tutti auguriamo che il Natale 2012 porti quella luce, che brilla in mezzo al buio delle nostre paure e delle solitudini, della disgregazione e della crisi sociale del nostro tempo. Ci sia data la forza di far risuonare la voce della speranza mentre costruiamo realtà nuove, aperte e protese verso quel futuro che Dio tiene nelle sue mani.