Illustrare il senso complessivo dell’evento, rilanciare l’impegno all’ospitalità e all’accoglienza per più di 100 mila famiglie, ritrovare la disponibilità per il volontariato. Sono i tre punti fondamentali al centro delle serate in corso di svolgimento nelle varie zone della Diocesi per presentare e sensibilizzare all’accoglienza dei pellegrini che giungeranno a Milano per il VII Incontro mondiale delle famiglie, in programma dal 30 maggio al 3 giugno.
Famiglia, lavoro, festa sono le tre parole alla base dell’Incontro mondiale, che hanno però bisogno di forze invisibili per creare il grande evento e l’incontro con il Santo Padre: accoglienza e volontariato. Ma come accogliere i pellegrini? Quanto spazio occorre mettere a disposizione? I pasti delle giornate saranno garantiti dall’organizzazione? Gli spostamenti dall’abitazione alla zona della Messa come avverranno? Chi ospiterà una famiglia potrà partecipare? Sono le domande al centro degli incontri di questi giorni, uno dei quali si è svolto ieri sera a Sesto San Giovanni. «Sono state fornite informazioni di carattere organizzativo a supporto della mobilitazione che già ogni parrocchia ha messo in atto da tempo», spiega il vicario episcopale di Zona monsignor Carlo Faccendini.
Per chi non ha bisogno di ulteriori motivazioni, perché già deciso a ospitare un pellegrino o una famiglia, gli incontri servono a conoscere meglio le procedure. «È possibile segnalare la propria disponibilità al parroco o al referente – ha chiarito don Luca Violoni, segretario generale della Fondazione Milano Famiglia 2012 -, che poi provvederanno a comunicare i nominativi a noi che valuteremo le richieste. Non si esclude nessuno, semplicemente si operano scelte di carattere pratico in funzione della disponibilità di posti, della posizione geografica o della conoscenza o meno di una lingua straniera…».
Nei giorni di Family 2012, sulla base delle passate edizioni, sono attese a Milano 500 mila persone alla Messa conclusiva con Benedetto XVI e oltre 200 mila partecipanti alla veglia di sabato sera. Una folla impressionante di pellegrini provenienti da ogni parte del mondo, che richiede la disponibilità di almeno 100 mila famiglie a ospitare per i giorni dell’Incontro. Come sottolineato a suo tempo da monsignor Erminio De Scalzi, presidente della Fondazione Milano Famiglia 2012, «chi offrirà accoglienza finirà per lasciarsi interpellare dagli stili di vita personali e familiari diversi dai nostri e anche per riscoprire virtù familiari come la semplicità e la sobrietà, andate perdute in Europa».