Un germoglio preso con cura tra le mani, ma che poi va piantato nella terra per poter crescere. L’immagine campeggia nel manifesto e nei depliant che presentano la 2ª Settimana del diritto alla famiglia (www.settimanafamiglia.it), che si terrà dal 12 al 20 maggio e ha per tema “Custodire la vita. Essere famiglia tra fecondità e accoglienza”. Progetto famiglia onlus, federazione internazionale di enti no profit impegnata da anni nel sostegno ai minori e alla famiglia, e Punto famiglia, casa editrice e rivista di tematiche familiari, sono i promotori dell’iniziativa, che quest’anno conta 50 eventi in altrettanti Comuni di undici Regioni d’Italia ed è stata presentata questa mattina a Roma, nella Sala Marconi della Radio Vaticana. A dare il via, sabato prossimo a Napoli, un convegno nazionale sul medesimo tema della Settimana, mentre eventi di sensibilizzazione sono previsti anche all’estero, in Ucraina, Burkina Faso e Francia.
Andare là dove sono le famiglie
Punto di riferimento della Settimana è la Giornata internazionale della famiglia, indetta dall’Onu il 15 maggio di ogni anno, ma quest’anno vi sono pure altri due eventi che, in un certo modo, la “incorniciano”: da una parte i 50 anni della morte di santa Gianna Beretta Molla (28 aprile), dall’altra l’Incontro mondiale delle famiglie (30 maggio-3 giugno). Così il presidente di Progetto famiglia, Marco Giordano, illustrando gli appuntamenti in programma ha rimarcato l’importanza di “porre all’attenzione dell’opinione pubblica e dei decisori istituzionali il tema della famiglia”, senza timore di sembrare ripetitivi. Anzi, al contrario, proprio la scelta di fare tante piccole o grandi iniziative a livello locale corrisponde alla volontà di “andare là dove sono le famiglie” e dare voce a questo “popolo fecondo e vivace”. Tutelare la famiglia, difatti, significa garantirle il “diritto a poter essere famiglia”, come pure “il diritto della società a essere animata e vivificata dalla presenza di famiglie feconde e accoglienti”, talora chiamate a scelte di donazione totale come quella di santa Gianna Beretta Molla, che “seppe anteporre la vita della sua quartogenita alla propria vita di donna e di madre”.
C’è la buona notizia
“La Chiesa invita a custodire la famiglia, a proteggerla, a sostenerla spiritualmente e materialmente e a garantirla, sempre meglio, dal punto di vista legislativo”, osserva mons. Giuseppe Giudice, vescovo di Nocera Inferiore-Sarno, in un messaggio scritto per l’occasione. Riferendosi ai molteplici appuntamenti dedicati alla famiglia, il presule annota che “tutte queste iniziative, mentre da una parte ci dicono l’attenzione alla famiglia, di fatto ci fanno capire che se continuamente dobbiamo promuovere la cultura familiare vuol dire che essa non fa più parte del patrimonio naturale e scontato della nostra vita, perché quando un bene va difeso vuol dire che esso è minacciato”. “Non si può continuamente elogiarla e distruggerla”, la famiglia, poiché “sarebbe come lanciare colombe in aria e nascondere le armi, gridare alla pace e preparare la guerra”. Perciò, aggiunge il vescovo, “siamo invitati a essere sempre più famiglia tra fecondità e accoglienza, tra dono e impegno, tra libertà e responsabilità”. La famiglia, ha precisato in conferenza la vicepresidente del Forum delle associazioni familiari, Gianna Savaris, va vista “non solo come dato culturale, ma come esperienza”, “società produttrice di valori” anziché “consumatrice”. E anche se tra i media “passa poco”, la buona notizia è che “la famiglia c’è, esiste, lavora e sa guardare in faccia alla realtà”. Concetto ripreso dal moderatore Paolo Bustaffa, direttore del Sir, il quale ha evidenziato come sia all’interno della famiglia che “nasce la comunicazione”, una comunicazione che poi s’incarna “nella vita delle persone e delle società”.
Non retta, ma rete
Tra gli appuntamenti di rilievo nel corso della Settimana, oltre al convegno di apertura, vi è una Giornata internazionale di preghiera per la famiglia (14-15 maggio), l’incontro con Benedetto XVI in occasione dell’udienza generale (16 maggio) e l’inaugurazione (20 maggio) della casa d’accoglienza “Santa Gianna” ad Angri (Salerno), destinata a gestanti e madri con i loro figli. Un segno, quest’ultimo, carico di significato, a partire dal luogo scelto: si tratta di “un bene confiscato alla mafia, riscattato alla malavita e dato all’intera comunità locale”, ha sottolineato Anna Spinelli, presidente di Progetto famiglia vita, una delle associazioni aderenti alla federazione che gestirà la struttura. “Non retta, ma rete” è lo slogan usato per definire la filosofia di fondo: “Vorremmo creare – ha precisato Spinelli – una rete di solidarietà attorno a questa casa, che possa supplire alla retta, affidandoci alla divina Provvidenza”. Un impegno forte, le cui radici affondano nella consapevolezza che “aver sperimentato la gioia dell’aver visto un figlio negli occhi non ci può lasciare indifferenti”.