Migliaia di statistiche interessano la storia dei Mondiali di calcio. Abbiamo selezionato alcune tra le più curiose.
IN CAMPO E IN PANCHINA. Solo due uomini hanno vinto il Mondiale da giocatore e da allenatore: il brasiliano Mario Zagalo (1958 e 1962 in campo, 1970 da Ct, 1994 da coordinatore tecnico) e il tedesco Franz Beckenbauer (rispettivamente 1974, quando era anche capitano, e 1990).
CAMPIONI DI TUTTE LE ETÀ. Il giocatore più vecchio a sollevare la Coppa è stato Dino Zoff: a Madrid, l’11 luglio 1982, aveva 40 anni e 133 giorni. Il più giovane, invece, il grande Pelé, 17 anni e 249 giorni quando trionfò con il Brasile contro la Svezia il 29 giugno 1958 a Stoccolma.
I PIÙ PRESENTI. Il messicano Luis Carbajal e il tedesco Lothar Matthaeus sono i recordman delle fase finali disputate: 5. Matthaeus ha anche giocato il maggior numero di incontri: 25.
IL PIÙ GIOVANE. “Verde” in tutti i sensi (per la maglia e l’età), l’irlandese Norman Whiteside è stato il giocatore più giovane a partecipare alla fase finale di un Mondiale, scendendo in campo a 17 anni il 17 giugno 1982 a Saragozza contro la Jugoslavia.
IL PIÙ VECCHIO. Contraltare di Whiteside è il camerunese Roger Milla: aveva 42 anni, il 28 giugno 1994, quando giocò (e segnò) contro la Russia nel match perso dalla sua Nazionale per 6-1.
IL PIÙ VISTO. L’incontro seguito dal maggior numero di spettatori è stato quello del 26 luglio 1950, a Rio de Janeiro, tra Brasile e Uruguay: 200 mila persone nel Maracanà, in gran parte brasiliani poi affranti per il risultato favorevole agli ospiti, che vinsero il titolo.
IL PIÙ DISCUSSO. Nei supplementari della finale di Inghilterra ’66, con i padroni di casa e i tedeschi bloccati sul 2-2, il centravanti inglese Hurst scoccò un gran tiro che battè sotto la traversa e tornò in campo. Il guardalinee convinse l’arbitro svizzero Dienst a concedere il gol, ma le immagini televisive dimostrarono che si sbagliava. Da quell’episodio prese origine la moviola.
IL PIÙ DIVERTENTE. Punteggio tennistico tra Austria e Svizzera il 26 giugno 1954: vinsero gli austriaci per 7-5, dopo che gli elvetici erano stati avanti per 3-0. È il match che ha registrato il maggior numero di gol.
IL CANNONIERE. Spetta al russo Salenko il record di gol segnati in una sola partita: 5, in Russia-Camerun 6-1 di Usa ’94.
IL PIÙ VELOCE. Alto e allampanato, il turco Hakan Sukur (in Italia con le maglie del Torino, dell’Inter e del Parma) detiene un insospettabile record di velocità: quello del gol più rapido, l’1-0 alla Corea del Sud dopo 10 secondi e 6 decimi della finale 2002 per il terzo e quarto posto.
IL PIÙ “RIGOROSO”. Donadoni e Serena se lo ricordano ancora. Sergio Goycoechea, portiere di riserva della Nazionale argentina a Italia ’90, prese il posto del titolare Pumpido, infortunato, dal 3° match. Nei quarti contro la Jugoslavia parò tre rigori (uno in partita, due nella serie finale), in semifinale bloccò i tiri dei due attaccanti azzurri proiettando i biancocelesti alla finale.
LA SARACINESCA. La serie magica si interruppe contro l’Argentina e fu proprio una sua uscita a vuoto a favorire il gol di Caniggia al 68’: prima di quella rete Walter Zenga, portiere azzurro a Italia ’90, era rimasto imbattuto per 518 minuti, record di inviolabilità nella fase finale di un Mondiale. (m.c.)