«Voglio incoraggiare e benedire l’Azione cattolica, che ha come suo particolare interesse, attenzione e disponibilità quello di essere dentro la Chiesa locale, per collaborare con maturità e piena responsabilità laicale a edificare questo popolo di Dio, a essere animatrice di tutte le componenti del popolo di Dio». Lo ha detto l’Arcivescovo nell’omelia dell’8 settembre, festa della Natività di Maria, dimostrando la propria vicinanza e fiducia nell’associazione nel giorno che tradizionalmente segna l’avvio dell’anno pastorale nella Diocesi ambrosiana. «Voglio raccomandare la presenza di un laicato adulto responsabile, formato a un senso di Chiesa come a un luogo di esercizio della propria vocazione laicale – ha aggiunto l’Arcivescovo -, perché tra il laicato, uomini e donne, cresca una visione ecclesiale secondo l’insegnamento del Vaticano II, in cui tutto il popolo di Dio è incaricato della missione, perché il Vangelo giunga fino ai confini della Terra».
Vicinanza e fiducia che ha ribadito anche invitando domenica 20 settembre i nuovi responsabili dell’associazione – dal livello parrocchiale a quello diocesano – alle Messa che celebrerà in Duomo alle 17.30. Alle 17 ci sarà un saluto della presidente diocesana uscente, Silvia Landra, e l’Arcivescovo consegnerà il mandato ai presidenti dei gruppi di Ac a livello parrocchiale, interparrocchiale e di Comunità pastorale. Al termine della celebrazione ci sarà invece l’annuncio della nomina del nuovo presidente diocesano (che l’Arcivescovo sceglierà nei prossimi giorni tra una terna di nomi proposta democraticamente dall’associazione) e l’accoglienza del nuovo Consiglio diocesano di Ac. La celebrazione è aperta a tutti i soci e fedeli fino a esaurimento della capienza del Duomo (ingresso dalle 16.30) e sarà trasmessa in diretta su Chiesa Tv (canale 195 del digitale terrestre), sul portale diocesano www.chiesadimilano.it e sul canale youtube.com/chiesadimilano e sulla pagina Facebook dell’Azione cattolica ambrosiana. Omelia dell’Arcivescovo in differita alle 22.45 su Radio Mater.
Già nelle scorse settimane, l’Arcivescovo si era rivolto ai soci dell’Azione cattolica con un videomessaggio nel quale affidava all’associazione il compito di impegnarsi in ambito ecclesiale e civile per collaborare alla ricostruzione dopo il Covid-19. «Dopo l’alluvione forse il terreno è più fertile di prima. Ma occorre liberare il terreno dai detriti», aveva detto con riferimento ai danni e alle sofferenze provocati dalla pandemia. «Per questo – aveva aggiunto rivolto all’Ac -, vi affido il compito di liberare il terreno e prepararlo per una nuova seminagione. I detriti sono punti fermi che non vogliamo mai mettere in discussione, le posizioni tenute per puntiglio, le parole amare, le distrazioni e le preoccupazioni che soffocano la vita, la speranza e la gioia». Preparare il terreno «perché il seme della Parola di Dio possa essere seminato di nuovo e produrre molto frutto, dove il trenta, dove il sessanta, dove il cento per uno».