Un’onorificenza importante, quella di commendatore con placca dell’Ordine di San Gregorio Magno, per un lavoro e un impegno profusi al servizio della Chiesa ambrosiana lungo oltre 60 anni. È il riconoscimento che oggi pomeriggio, nella chiesa di San Bernardino alle Ossa, ha ricevuto dalle mani dell’Arcivescovo Eugenio Pozzoli, 87 anni, sposato con Lorena, padre di Agnese e persona notissima nel mondo legato alla Diocesi. Altre onorificenze sono andate a figure distintesi per la loro attività (vedi sotto). «Sono entrato per la prima volta in Curia nel 1956, per la preparazione della famosa Missione di Milano, voluta dall’arcivescovo Giovanni Battista Montini e che si realizzò l’anno successivo», spiega Pozzoli, che già nel 1993 ha ricevuto dal Comune di Milano il riconoscimento di Maestro del Lavoro.
Dal 1956 quanti Arcivescovi di Milano ha conosciuto da vicino?
Monsignor Delpini è il “mio” sesto Arcivescovo, dopo Montini, Colombo, Martini, Tettamanzi e Scola. Sono sempre stato legato alla Curia, nell’organizzazione degli eventi e nella logistica, ma anche nell’allora Ufficio Studi, collaborando con monsignor Ernesto Basadonna, che ricordo con un affetto particolare, così come monsignor Mario Spezzibottiani.
Quali sono gli eventi che più spesso le tornano alla memoria?
Sono tanti, ma mi piace sottolineare l’importanza del XX Congresso eucaristico nazionale del 1983, la cui responsabilità era affidata appunto a monsignor Basadonna. Un evento complesso da organizzare, prima, durante e dopo, e che vide la presenza finale di Giovanni Paolo II, il primo Papa che tornava a Milano dai tempi di Martino V nei primi anni del 1400. Papa Wojtyla sarebbe poi tornato anche nel 1984 per i 400 anni dalla morte di San Carlo Borromeo.
Tanta fatica, ma anche grandi soddisfazioni…
Sì. Ricordo le prime Giornate Mondiali della Gioventù, per le quali ci muovevamo per tempo per trovare contatti e alloggio ai ragazzi. E poi le canonizzazioni e le beatificazioni di santi e beati ambrosiani, a Roma e Milano, e naturalmente i pellegrinaggi in molte parti del mondo: da Lourdes – indimenticabile il primo viaggio con i fedeli guidati da Martini – alla Terra Santa, per esempio nel 2007, quando a Gerusalemme raggiungemmo lo stesso Martini con il cardinale Tettamanzi e moltissimi pellegrini. E la Turchia, la Polonia e persino l’Algeria sulle orme di Sant’Agostino, con le difficoltà di recarsi con il clero in un Paese musulmano. Certo si lavora, non ci si risparmia, ma tornati a casa è una soddisfazione. Per questo, una volta maturata la pensione, ho voluto continuare il rapporto con la Curia come collaboratore per dare ancora il mio contributo.
Insomma, la Chiesa ambrosiana le ha cambiato la vita?
Certo, e ne sono fiero. Come è accaduto quando, al termine del suo episcopato, il cardinale Angelo Scola mi ha incaricato di portare alla Nunziatura in Italia a Roma la relazione sulla situazione dell’Arcidiocesi. Una dimostrazione di fiducia che mi ha commosso.