Dt 16,1-8; Sal 98 (99); Eb 11,22-29; Lc 22,7-16
Quando venne l’ora, Gesù prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». (Lc 22,14-16)
Gesù lega la tradizione alla novità, pur restando fedele ai precetti ebraici, in un modo del tutto nuovo: nella pienezza della sua umanità. In particolare, vuole manifestare il suo grande desiderio di stare in intimità coi suoi discepoli, soprattutto negli ultimi momenti della vita terrena. Ha bisogno del loro affetto, della loro presenza e vicinanza. Si prende però anche cura di loro, per aiutarli a capire e a ricordare il senso della sua missione nel mondo. Una missione che ora gli affida. È come se dicesse loro: «Sono venuto per rendervi presente il regno di Dio in cui siete innestati e immersi».
Nell’Eucaristia Gesù è sempre presente e in attesa di incontrarci. Sta a noi accogliere profondamente il suo invito, facendo crescere in noi il desiderio che a questo “banchetto” altri giungano e partecipino, per beneficiare così della sua compagnia.
Preghiamo
O Signore,
la missione «è l’indice esatto
della nostra fede in Cristo
e nel suo amore per noi» (RMi 11).
Liberaci dalla tentazione
di ridurre il cristianesimo
a mera sapienza umana.