Ct 7,13a-d.14; 8,10c-d; Sal 44; Rm 8,24-27; Gv 16,5-11
Gesù disse ai suoi discepoli: «E quando [il Paraclito] sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo […]. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato». (Gv 16,8-11)
Lo Spirito Santo, che Gesù promette, viene a fare chiarezza nelle cose del nostro mondo: viene a rendere evidente il nostro disordine e il male che abitiamo, riceviamo, scegliamo; viene a smascherare la nostra ipocrisia. Viene anche a illuminare lo spazio della nostra responsabilità, quello in cui la presenza del Figlio di Dio non è così evidente come allora, e tocca a noi muovere con decisione i nostri passi verso il regno di Dio. Ma viene, lo Spirito Paraclito, anche a suscitare la nostra speranza, perché il male non ha e non avrà l’ultima parola, e ciò che si oppone al disegno di amore di Dio ha già incontrato la sua sconfitta. Anzitutto nella nostra vita, illuminata dalla Pasqua e restituita a nuove possibilità; e anche nella storia di tutti, che lo sappiano o meno: lo Spirito ha già iniziato a creare terra nuova e nuovi cieli, e lo fa ogni giorno con le nostre scelte, dentro gli spazi della nostra responsabilità, nel coraggio di resistere a ogni possibile disperazione.
Preghiamo
È veramente cosa buona e giusta, Padre,
renderti grazie,
perché Gesù è asceso al tuo trono
per effondere lo Spirito Santo sugli apostoli
e su tutto il popolo dei credenti
e proclamare che si è avverato
il disegno di grazia preannunciato dalla legge antica.
(dalla liturgia del giorno)