II giorno dell’ottava di Natale – Santo Stefano, primo martire
At 6,8-7,2a; 7,51-8,4; Sal 30 (31); 2Tm 3,16-4,8; Mt 17,24-27 oppure Gv 15,18-22
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me». (Gv 15,18)
La festa di S. Stefano, primo martire di Cristo, sembra un accostamento stridente, quasi fuori luogo con il clima del Natale. Si tratta di un accostamento non deliberato da un disegno liturgico, eppure ugualmente capace di ricordare una verità scomoda, che la venuta di Gesù porta con sé, fin dall’inizio. La presenza stessa di Gesù segna un preciso confine tra chi accoglie la bellezza della luce e chi la rifiuta, perché preferisce le tenebre. Sembra impossibile, ma alcuni continuano ad amare la notte e si sentono disturbati e irritati dall’irrompere del chiarore di Dio nella storia. Fanno una tenace resistenza alla parola del Vangelo e non intendono lasciarsi trasfigurare da tale bellezza. S. Stefano fa esperienza di questa opposizione violenta alla parola del Vangelo e trova nell’intima unione a Gesù la forza di resistere e di dare testimonianza. Egli muore perdonando e chiedendo perdono per quanti lo stavano uccidendo. Chiediamo al Signore la grazia di non spaventarci e di non scandalizzarci dinnanzi alle persecuzioni, il Signore ci aveva avvisato: “se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me”. La testimonianza di S. Stefano ci doni forza per vivere con convinzione il nostro credo. Vi è infatti, un modo mediocre di vivere la fede, quando non si ha il coraggio di andare “contro corrente”, rispetto alla cultura secolarizzata che s’impone anche nelle scelte più personali. In questo giorno ci sentiamo uniti a tutti i battezzati che soffrono a causa di Cristo. La loro testimonianza svegli i nostri cuori, talvolta “addormentati” e rinnovi quelle comunità cristiane “illanguidite” da un tepore che svilisce l’appartenenza a Gesù Cristo!
Preghiamo
Mi rendono male per bene
e odio in cambio di amore.
(dal Sal 108, 5)