Is 8,23b-9.6a; Sal 95 (96); Ebr 1,1-8a; Lc 2,1-14
«Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore». (Lc 2,13)
Questo nostro tempo, insieme a una certa cultura dell’effimero, rischia di portarci così altrove rispetto al cuore del Natale di Cristo. Luminarie, buoni sentimenti, consuetudini consumistiche, che diventano obblighi dentro un rito irresistibile orchestrato a perfezione. Tutto questo ci porta così lontano dall’autentica bellezza del Natale di Gesù. “Fare Natale” è entrare nel senso più profondo della gioia cristiana. Il Natale ci rammenta infatti che la vita evangelica è “Buona Notizia”, che ha il suo senso e il suo cuore nella persona stessa di Cristo, principio e fondamento di ogni felicità! La nascita di Gesù invita a fissare lo sguardo sulla misericordia di Dio che è vicina, infinita e per tutti, questo può generare davvero scelte di carità e di riconciliazione. La luce del Natale dà la forza per ricucire strappi, rinverdire relazioni e rendere magnanimi cuori troppo irrigiditi. Vivere il Natale è custodire la fede in un Dio che ci coinvolge e ci chiama a guardare ogni povertà umana, la precarietà, il bisogno, la stanchezza, la solitudine, l’ignoranza, l’esilio, la fragilità, come “luoghi” dove Cristo ci attende, per dimostrare alla storia che siamo veramente suoi.
Preghiamo
Piccolo grande Dio, che nell’umiltà più sentita
hai indicato in Te la via maestra che porta alla verità
aiutaci ad eliminare da questa terra l’orgoglio,
la falsità e la menzogna,
cause dirette del male del mondo moderno.
(Beato Giovanni Paolo II)