Nel rito ambrosiano si celebra in questa domenica la festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, che nel rito romano si ricorda la domenica entro l’ottava di Natale. Si condensa così in una celebrazione festiva la memoria dei silenziosi trent’anni di Nazaret, il mistero dell’immersione del Signore in una famiglia che vive nascosta tra le altre nel borgo sperduto di una terra marginale.
Dopo i racconti dell’infanzia, soltanto un evento conosciamo: l’episodio di Gesù dodicenne condotto in pellegrinaggio a Gerusalemme, insediato tra i dottori del Tempio, un avvenimento che sconvolge la vita della piccola famiglia, che scorreva evidentemente su ritmi normali. Nient’altro. Tutto il resto è silenzio.
Non occorre lavorare tanto di fantasia (la penna e il pennello di tanti lo hanno fatto, riproducendo momenti e gesti della vita di questa singolare famiglia: Gesù che lavora nella bottega di Giuseppe falegname, Maria che si occupa delle faccende della casa…) per raccogliere il messaggio che ci viene da questo silenzio: il nostro Dio è realmente disceso nella carne della nostra umanità, ha vissuto l’esperienza del crescere e maturare come uomo in una famiglia, ha conosciuto le gioie e le fatiche di questa crescita, ha rispettato le leggi dei rapporti, di obbedienza e insieme di libertà, all’interno di un nucleo familiare in cui certo l’amore era la legge, ma l’amore vero, senza pretesa di possesso, che si offre tutto intero all’altro rispettando dell’altro il mistero irraggiungibile. Una famiglia singolare, unica, quella di Gesù, Maria e Giuseppe, e tuttavia una luce a indicare la direzione al cammino di ogni umana famiglia.
Giornata conclusiva della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani,
Tema del giorno: "Molti credettero in Gesù per la testimonianza della donna (Giovanni 4, 39-40)"